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venerdì, Novembre 22, 2024
Attualità

“Innovazione e tecnologia per superare la crisi”. Confindustria ci crede

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di Angela Baldi

Il settore metalmeccanico nelle province , Siena e Grosseto rappresenta 250 aziende con quasi 15mila addetti, le aziende aretine in questo quadro giocano il ruolo da protagonista. La sezione meccanica è la più rappresentata. Un settore trainante che si trova però a vivere una fase di stallo. “Siamo moderatamente preoccupati non vogliamo fare allarmismo ma questa fase di fermo alla lunga peserà”. A dipingere la situazione è Carlo Locatelli, presidente sezione meccanica di Confindustria Toscana Sud.

L'attività produttiva metalmeccanica è ancora in sofferenza rispetto all'anno scorso?

“E' doverosa una premessa, quando noi parliamo di meccanica c'è dentro di tutto un po' di tutto, da chi lavora la lamiera a chi fa software, perciò ci sono dei distingu da fare tra chi ha delle sofferenze e chi registra un continuo sviluppo del proprio business.In generale viviamo una sofferenza particolare perché di fatto è più uno stallo, secondo l'ultima indagine di Federmeccanica che unisce in Confindustria le aziende meccaniche, non ci sono valori negativi: il 2023 è stato principalmente un anno di stallo per una serie di motivi. Se si confrontano 2023 e 2022 parliamo di un segno negativo intorno all'1% una produzione congelata quindi. Quello che fa preoccupazione è la fase di non avanzamento e la generale sensazione di sfiducia, la non voglia di intraprendere” .

La produzione è diminuita anche ad come nel resto d'Italia?

“Il trend è italiano ma i dati legati alla provincia di fatto rispecchiano la tendenza nazionale”.

La gamma di attività produttive è vasta e differenziata, quali quelle più importanti nella nostra provincia?

“Sicuramente tutto quello che è innovazione e tecnologia, una delle nostre aziende associate alla meccanica è la Zucchetti centro sistemi del nostro presidente Bernini. Tutto quello che è legato a innovazione e tecnologia sta andando meglio. Oggi infatti non si può rinunciare a tutto ciò che è automazione e connessione delle macchine, scambio dati: tutte le lavorazioni avvantaggiate sono quelle che guardano all'avanzamento tecnologico. Nel mondo aretino funziona anche tutto ciò che è legato alla lavorazione dell'oro. Alcune aziende più legate alla lavorazione tradizionale invece hanno un minimo di difficoltà dagli ultimi anni”.

Il settore metalmeccanico indirizzato all'estero circa la metà delle produzioni, come incide l'impatto del rincaro dei prezzi delle materie prime e del conflitto russo-ucraino, oltre alle crescenti tensioni internazionali? “Le nostre aziende legate alla meccanica sono a forte esportazione, circa la metà del fatturato è legato all'export. Ecco perché avere a che fare con mercati che dal punto di vista socio politico sono in difficoltà pesa. Penso alla guerra russo ucraina, ai costi lievitati dell'energia e agli ultimi accadimenti con la guerra in Israele e le problematiche legate al canale di Suez”.

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