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venerdì, Novembre 22, 2024
Intrattenimento

'La piovra', 40 anni fa la tv scopriva con Michele Placido la tentacolare Cosa nostra

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Sono passati 40 anni da quando la Rai ha mostrato per la prima volta in tv la mafia. E l'eroe che la combatteva aveva il volto di Michele Placidoche nei panni del commissario Cattani, si opponeva a quella che da lì in poi, per tutti sarà La piovra.

Gangster del crimine all'italiana

Erano gli anni Ottanta e nel clima politico in cui maturava il maxiprocesso a Cosa Nostra, il piccolo schermo anticipava racconti ispirati alla cronaca che creavano polemiche. Eppure, tra pressioni e cambi di protagonisti, La piovra durò ben dieci stagioni, dall'11 marzo 1984 al 17 gennaio 2001, preparando il campo del genere crime-gangster all'italiana, continuato più avanti dalle serie Cielo Romanzo criminale epoi Gomorra e Suburra.

Un successo internazionale

La serie, ancora oggi, è considerata la produzione televisiva italiana più famosa nel mondo: ha ottenuto grandi consensi di pubblico (una media di 10 milioni di spettatori e punte di 15 milioni) ed è stata esportata in oltre 80 nazioni.

Grandi attori

Grazie a La Piovra si parlò per la prima volta al grande pubblico di uno dei problemi più attuali e complessi dello stato italiano. Nata come una miniserie, diretta interamente da Damiano Damiani (Il giorno della civetta, Quién sabe?), quella che sarebbe poi diventata una saga vide la partecipazione di alcuni dei più noti attori italiani a partire da Michele Placido e, a seguire, Patricia Millardet, Vittorio Mezzogiorno, Remo Gironeun giovanissimo Raoul BovaBarbara De Rossi, Giuliana De Sio.

"La piovra" Michele Placido nei panni del commissario Cattani

“La piovra” Michele Placido nei panni del commissario Cattani

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Vari registi che si sono succeduti: dal già citato Damiano Damiani UN Florestano Vancini nella seconda miniserie. Poi Luigi Perelli dalla terza alla settima e di nuovo nella decima miniserie, e Giacomo Battiato nell'ottava e nella nona miniserie.

La colonna sonora

Le musiche sono state realizzate da Riz Ortolani nella prima stagione, da Ennio Morricone dalla seconda alla settima e nella decima, e da Paolo Buonvino dall'ottava alla nona.

La trama

Al centro della trama il commissario Corrado Cattani, interpretato da Placido, un commissario guardingo e poco disponibile a dar fiducia ai suoi collaboratori. La serie fu particolarmente realistica nel mostrare i molteplici tentacoli della criminalità organizzata che danno il titolo all'opera: le vicende estremamente attuali relative alla lotta alla mafia, talvolta prevedono situazioni che si sarebbero verificate negli anni successivi, tra cui l'esecuzione di alcuni attentati .

Mafia e massoneria

Oltre a queste previsioni è possibile rintracciare nel corso delle puntate, anche una lettura alternativa, romanzata, di fatti realmente accadeduti, come la costituzione di logge e associazioni nascoste (con diretto riferimento alla P2), mostrando un'Italia ambigua, grottesca, che doveva fare i conti con i propri segreti.

I complimenti di Giovanni Falcone

Nelle varie stagioni, la trama ispirata alle vicende politiche e di cronaca di quegli anni mise per la prima volta in luce il fatto che la mafia non era solo quella degli uomini d'onore, dei picciotti e dei killer spietati, ma un fenomeno ben più complesso ed articolato, che portò lo stesso Giovanni Falcone a complimentarsi per l'accuratezza della serie e per il suo dettagliato realismo nel descrivere Cosa Nostra nel suo insieme.

Polemiche e pressioni

E, infatti, furono molte le polemiche politiche e le pressioni che si scatenarono per far concludere la saga, nonostante il grandissimo successo di pubblico e critica.

E le pressioni ottenutero dei risultati: La piovra 8 – Lo scandalo e La piovra 9 – Il patto, furono ambientate ai tempi della mafia latifondaria e contadina degli anni 50 e 60 e incentrate sulle vicende private dei protagonisti, piuttosto che sugli affari di Cosa Nostra e quasi completamente distaccate rispetto agli altri capitoli della saga.

Poi, la conclusione con La piovra 10che fu trasmesso su Rai 2 anziché su Rai 1 come le precedenti: i produttori cercarono di tirare le fila di tutti gli argomenti lasciati precedentemente in sospeso alla fine della settima miniserie e di dare una lettura della mafia attuale.

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