Miè sempre piaciuta la Skoda Kamiq (qui ne abbiamo una prova): per come si guida e per la sua concretezza. Un SUV compatto di grande sostanza e senza troppi fronzoli, che ora si concede un lifting di metà carriera e un piccolo aggiornamento alla voce tecnologie di bordo. Ecco che opinioni mi sono fatto dopo la prova su strada.
Mi è sempre piaciuta la Kamiq, dicevo, anche se lo stile non è mai stato il lato che preferivo. Il nuovo modello cerca un look più importante, ricorrendo a nuove luci che, personalmente, mi piacciono meno di quelle di prima. Nel modello precedente erano infatti ben raccolte: in fascioni non molto carichi di personalitàforse, ma ordinato ed eleganti. Ora paiono invece un po' disordinati, alla maniera di certe auto di produzione asiatica. Soprattutto se si sceglie una carrozzeria molto chiara che li rende più evidenti. Fa eccezione il grigio metallizzato, che è probabilmente la tinta più azzeccata per la Kamiq, specie se con verniciatura bicolore con tetto nero a contrasto.
CIAO CIAO TOCCO Gli aggiornamenti alle tecnologie di bordo portano in dote il Display digitale da 8 pollici per la strumentazione, con il Cabina di pilotaggio virtuale personalizzabile da 10,25 pollici offerto in opzione, e un display touch per l'infotainment che va da 8,25 a 9,2 pollici se si sceglie il navigatore. Schermi nitidi e colorati, piacevoli da leggere. Il pannello di controllo del climatizzatore è infine stato ridisegnato con nuovi e più pratici comandi meccanici rotanti: una scelta che va incontro alle richieste dei clienti, a cui le regolazioni touch non sembravano molto comode (come al sottoscritto, del resto). Tra gli accessori degni di nota, la stazione di ricarica wireless per lo smartphone, che previene il surriscaldamento della batteria con un sistema di raffreddamento ad hoc; il portellone posteriore elettrico con apertura ''mani libere'', tramite un sensore sotto al paraurti, ei fari Matrice completamente Led: che puoi lasciare sempre accesi come abbaglianti, tanto ci pensano loro a disegnare un cono d'ombra attorno agli altri veicoli.
SEDUTE A CONFRONTO Belli i nuovi interni, che sfruttano fasce in tessuto per decorare la plancia in accordo con la finitura dei pannelli porta e dei sedili. Sotto, il materiale è duro al tatto, ma appaga comunque l'occhio: soprattutto nel caso della microfibra a effetto scamosciato grigio chiaro, che dà luce all'abitacolo e risulta anche più morbido. Il top, a mio avviso, è però la selleria scura con pelle sintetica e scamosciato (foto sopra): danno a tutto l'ambiente un gran tono. Quanto a conforto, sono invece vincenti i sedili sportivi dell'allestimento top di gamma Monte Carlo: molto profilati, trattengono in curva senza essere costrittivi e si adattano perfettamente a un adulto di corpopratura media, mentre i sedili di serie sono più accoglienti per le taglie extra large.
LA SUA DOTE MIGLIORE Una delle doti migliori della Kamiq, comunque, resta lo spazio a bordo: notevole per un'auto di 4,24 metri di lunghezza. I passeggeri hanno centimetri in abbondanza, tanto davanti alle ginocchia quanto sopra la testa, e il bagagliaio mette sul piatto una capienza di 400 litri prima di reclinare gli schienali posteriori, anche se il piano di carico – va detto – è parecchio più in basso della soglia e rende un po' meno agevole le operazioni di carico e scarico. Se il quinto passeggero resta a casa, poi, sopra il tunnel centrale (già pronunciato di suo) si può applicare una comoda vaschetta svuota-tasche per chi siede dietro. Si aggiunge alle famose dotazioni ''semplicemente intelligenti'', che dimostrano quanto Skoda ci tenga ai suoi clienti: mettendo loro a disposizione un ombrellone pieghevole ospitato in un vano nella porta e un raschietto per il ghiaccio con misuratore dello spessore del battistrada, che si trova vicino al tappo del carburante.
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I SUV, si sa, piacciono spesso anche per la seduta alta e panoramica. Spesso, ma non sempre e Kamiq si adatta alle preferenze di ciascuno con una regolazione in altezza del sedile che si può abbassare a dare quasi una postura da berlina: per coloro che soffrono di vertigini in modo grave… La classica leva del cambio – sia sulle versioni con il manuale, sia con l'automatico a doppia frizione DSG 7 – mi fa sentire a casa e il volante subito una sensazione di leggerezza (che scompare al salire della velocità, scoprirò in seguito).
A CIASCUNO IL SUO MOTORE L'esperienza di guida dipende molto dalla motorizzazione. Alla base dell'offerta c'è una tre cilindri turbo a benzina da un litro di cilindrata, che sviluppa 95 CV e 175 Nm. Proposto unicamente in abbinamento con un cambio manuale a 5 marce, è uno dei preferiti dai clienti Skoda: soprattutto da coloro che sono particolarmente attenti al prezzo d'acquisto, ma è decisamente un motore tranquillo con il suo ''zerocento'' in 11 secondi. Per chi fa strada soprattutto in città può essere una scelta azzeccata, ma nel traffico dell'ora di punta potresti sentire la mancanza di un automatico che faccia appoggiando la gamba sinistra e in quel caso vi toccherebbe salire di livello.
LA VIRTÙ STA NEL MEZZO Lo passo successivo è la variante da 115 CV del motore di cui sopra, che è proposta sia con il manuale (qui a 6 marce) sia con il DSG e porta la coppia a 200 Nm per uno 0-100 km/h in 9,7'': non vi incolla al sedile , questo è chiaro, ma nell'insieme è una scelta equilibrata, che si adatta bene a ogni tipo di impiego. Tra l'altro, il motore è ben insonorizzato e quindi confortevole nei lunghi viaggi a velocità codice. Diversamente il discorso se avete il piede pesante. In quel caso, il sound un po' ruvido dei tre cilindri si fa sentire nelle accelerazioni a tutto gas, con una voce poco armoniosa. Bene in ogni caso l'automatico, che risponde fluido se lo lascia fare da sé, e diventa rapido se azionato in modalità manuale con le comode tavolozza dietro al volante: un accessorio che sarebbe bene non farsi mancare.
ALZA L'ASTICELLA Scendo dalla mille e salgo sul top di gamma, che sotto al cofano ha un quattro cilindri turbo benzina da un litro e mezzo di cilindrata, per 150 CV e 250 Nm di coppia. E fin dai primi metri è chiara la sensazione che questo è tutt'altro motore. Non per un motivo specifico, ma perché porta con sé miglioramenti un po’ su tutti i fronti. I numeri dicono che il tempo nello ''zerocento'' scende a 8,3 secondi e la velocità sale a 214 km/h: in realtà la differenza percepita non è enorme, ma i quattro cilindri girano più armonioso e compatto, più rotondo e con un suono più gradevole. Anche se alla fine la spinta in ripresa non è un fiume in piena di emozioni, dà alla Kamiq un'andatura più raffinata e – aggiungo – anche consumare che paiono leggermente più contenuti nel mondo reale: attorno ai 6 l/100 km, indicativamente, secondo il tipo di percorso e lo stile di guida.
Quattro gli allestimenti: Selection, Black Dots, Style e Montecarlo, con prezzi che vanno da 24.700 euro a 33.650 euro. L'allestimento base Selezione offre già il necessario in fatto di aiuti alla guida, con frenata automatica, mantenimento di corsia, cruise control non adattivo e riconoscimento dei segnali stradali. Le semplificazioni riguardano il clima manuale, i soli sensori di parcheggio posteriori, schermi da 8 pollici per strumentazione e 8,25'' per l'infotainment e il sistema keyless che comanda il solo avviamento del motore, ma non l'apertura delle portiere. Non manca, però, il comodo ombrellone nella portiera. Per 1.250 euro in più, il livello Punti neri Aggiunge clima automatico, Android Auto e Apple Carplay wireless, prese USB per i sedili posteriori e cerchi da 17'', solo per citare le dotazioni principali. Soldi ben spesi, a mio avviso. Lo step successivo è la variante Style, che per altri 1.250 euro aggiunge la comoda retrocamera, sistema keyless anche per l'apertura delle porte e una connotazione estetica più elegnte. Top di gamma, la Monte Carloche con un ulteriore sovrapprezzo di circa 1.900 euro offre in più clima bi-zona, fari Full Led con tecnologia Matrix, luci ambientali e il triplete costituito da sedili, volante e pedaliera sportiva.
QUALE SCEGLIERE? L'allestimento Monte Carlo esalta il comfort con sedili davvero comodi, ma il look è molto connotato in chiave sportivo: forse le trattazioni più eleganti sono anche più in tema con il resto dell'auto e con la motorizzazione da 115 CV, che rappresenta la versione più equilibrata. Se proprio la base non vi basta, la Black Dots comporta un aumento di prezzo piuttosto contenuto: per una Kamiq da 115 CV con cambio manuale in questo allestimento si spendono 27.250 euro prima di attingere al menu degli accessori. Per un'auto completa, la scelta più furba è probabilmente una 115 CV con cambio DSG in allestimento Style, per un conto di 30.100 euro. Spingersi oltre con la motorizzazione potrebbe essere indicato se fate tanti chilometri, magari in salita ea pieno carico. O se volete togliervi lo sfizio: nella vita conta puro quello.
Motore |
1,0 litri, 3 cilindri, turbo benzina |
1,0 litri, 3 cilindri, turbo benzina |
1,5 litri, 4 cilindri, turbo benzina |
Potenza massima |
95 CV |
115 CV |
150 CV |
Coppia massima |
175 Nm |
200 Nm |
250 Nm |
Velocità |
183 chilometri all'ora |
196 chilometri all'ora |
214 chilometri all'ora |
0-100 chilometri all'ora |
11 secondi |
9,7 secondi |
8,3 secondi |
Consumo dichiarato |
5,4 l/100 km |
5,4/5,6 l/100 km |
5,7 l/100 km |
Cambio |
Manuale a 5 marce |
Maunale a 6 marce/DSG a 7 rapporti |
Maunale a 6 marce/DSG a 7 rapporti |
Trazione |
Anteriore |
Anteriore |
Anteriore |
Dimensioni |
4,24 x 1,79 x 1,52 m |
4,24 x 1,79 x 1,52 metri |
4,24 x 1,79 x 1,52 m |
Bagagliaio |
da 400 a 1.395 litri |
da 400 a 1.395 litri |
da 400 a 1.395 litri |
Prezzo |
da 24.700 euro |
da 26.000euro |
da 27.600euro |