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tanta nostalgia ma poca cura

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Il ritorno sul mercato di Grand Theft Auto: The Trilogy è il risultato di un lavoro di revisione piuttosto massiccioche a dirla tutta ha più tratti in comune con un remake che con una restarizzazione canonica. Questo perché il team di Grove Street Games, gli autori di questa nuova edizione, non si è limitato a restaurare gli asset originali ea ritoccare il profilo prestazionale della trilogia, ma di fatto ha ricostruito dalle fondamenta l'assetto tecnico dei tre titoliadottando un nuovo motore di gioco (l'Unreal Engine 4 al posto del vecchio RenderWare) e ammodernando il sistema di controllo.

Al di là dell'uso più o meno ortodosso del termine “remaster”, è fuor di dubbio come la definizione scelta dal publisher sia nel complesso quella più opportuna, specialmente considerando le caratteristiche di una proposta che, al netto delle migliorie, tradisce chiaramente il peso degli anni trascorsi. Con questo non vogliamo dire che gli interventi messi in campo dal team di sviluppo non siano significativi, ma è comunque difficile ritenere ottimale l'esito di questa operazione di svecchiamento, che mostra peraltro delle evidenti fluttuazioni qualitative su quasi tutti i fronti.

Crimini della vecchia scuola

Partiamo dunque dalla più intrigante delle novità incluse in questa “Definitive Edition”, ovvero l'aggiunta di un sistema d'illuminazione inedito che altera in maniera coerente la qualità generale degli scenari, rendendoli ben più vividi e avvolgenti di quanto non fossero in origine, tra ombre in tempo reale, superfici riflettenti e morbidi cromatismi.

Le luci al neon sul lungomare di Vice City, le sfumature rosate dei tramonti tra le palme di Grove Street, l'algido splendore di una mattinata di violenza a Liberty City: tutte istantanee di un'esperienza carica di echi nostalgiciplasmata per accordarsi con il processo di “remastering mentale” cui sono soggetti i nostri migliori ricordi videoludici. Già a questo punto, però, emerge il principale difetto della raccolta composta da Rockstar, vale a dire la superficialità con cui sono state implementate molte delle sue nuove funzionalità. Se da una parte, ad esempio, il sistema d'illuminazione migliora la resa complessiva delle tre metropoli al centro della trilogia, dall'altra diverse aree della mappa risultano eccessivamente scuretanto da intaccare la leggibilità dell'azione: un disequilibrio che si fa particolarmente lampante durante le scene d'intermezzo che scandiscono la progressione. Non tratta di un intoppo davvero invalidante, badate, ma è chiaro che una maggiore cura nella gestione delle fonti di luce avrebbe potuto ridurre al minimo l'insorgenza di questa dissonanza sensoriale (qui trovate un modo per arginare il problema della grafica è troppo scuro nella GTA Trilogy). Parlando di disarmonie nel seno al comparto grafico, anche l'aggiornamento dei modelli mostra risultati a tratti piuttosto altalenanti.

Tralasciando la revisione dei tre protagonisti, che convince appieno e si coerente dimostra con il materiale di base, il restauro di comprimari e generici npc appare talvolta raffazzonato e inefficace, anche in rapporto agli standard di una direzione artistica volutamente caricaturale e parodistica, che nelle remaster non sempre coglie nel segno. Sebbene la frequenza di questi “incidenti poligonali” non sia particolarmente elevata, e spesso si tratti di flessioni tutto sommato trascurabili, ci sono casi in cui è davvero impossibile non storcere il nasoad esempio dinnanzi agli inafferrabili lineamenti della pornostar Candy Suxxx.

A tal proposito, abbiamo avuto la netta impressione che molti degli asset presenti nei tre giochi siano stati aggiornati sfruttando il machine learning senza un adeguato controllo qualità, il che spiegherebbe la presenza di un discreto numero di rifiuti sulle insegne e sulle vetrine dei negozi sparsi in giro per le città.
In buona sostanza, ad ognuno dei pregi di questa Definitive Edition corrisponde una “stortura” più o meno rilevantein genere riconducibile ad un mancato intervento di lucidatura. Un altro esempio lo troviamo sul versante dell'effettistica, che si muove tra spettacolari esplosioni e “filtri temporalischi” clamorosamente invasivi.

Modernariato digitale

Malgrado tutto, però, l'esito del processo di ammodernamento grafico messo in atto da Grove Street Games risulta tutto sommato positivo e, al netto dei suoi difetti, la Definitive Edition della GTA Trilogy si dimostra in grado di offrire agli appassionati una piacevole escursione sul viale dei ricordi, grazie anche ad una serie di modifiche che migliorano sensibilmente la qualità della vita degli utenti.

Tanto per cominciare, gli sviluppatori hanno rivisto il sistema di controllo utilizzando come riferimento quello dell'ultimo capitolo della saga: lo shooting sfoggia ad esempio meccaniche di mira molto vicine a quelle di GTA V (se non altro per quel che riguarda l'assegnazione dei comandi), con tanto di ruota delle armi e azione rallentata durante la selezione. Sulla stessa nota, è ora possibile impostare il piacere delle destinazioni personalizzate sulla mappain modo visualizzare sul radar il percorso migliore. Particolarmente preziosa è poi l'aggiunta di un sistema di riavvio rapido per le missioni che, specialmente nel caso degli incarichi più ardui, rende la progressione più snella e godibile. La gamma delle novità su versante prettamente ludico segna insomma un miglioramento significativo in termini di accessibilità, ovviamente con tutti i limiti “fisiologici” di una trilogia vecchia di tre generazioni.

Pur tenendo conto di queste migliorie, in aggiunta a quelle del comparto grafico, facciamo fatica a considerare questa Definitive Edition come un prodotto adatto alle nuove generazioni di giocatoriovvero a tutti quegli utenti che ai tempi dell'esordio poligonale di GTA ancora non frequentavano i lidi del mercato console.

In questo senso, la proposta di Rockstar rappresenta un po' un'occasione sprecata, dato che la messa in cantiere di interventi più radicali avrebbe potuto ampliare notevolmente il potenziale bacino di utenza della raccolta, anche il rapporto ad un prezzo di listino che, in tutta onestà, sembra un po' eccessivo.

Più in generale, come anticipato, la nuova GTA Trilogy avrebbe senza dubbio meritato una maggiore attenzione in fase di rifinitura, soprattutto considerando come tutti e tre i titoli presentano una discreta quantità di bug e glitch, alcuni dei quali già presenti nelle precedenti iterazioni rimasterizzate. L'aspetto che lascia più perplessi è senza dubbio il profilo prestazionale del pacchetto, che a prescindere dal preset selezionato mostra cali di frame rate piuttosto marcati (anche il frame pacing non è certo ottimale), sostanzialmente incompatibile con l'effettiva potenza dell'hardware di PlayStation 5. Dal canto suo, il publisher ha già confermato l'arrivo di aggiornamento destinato a migliorare lo stato generale della trilogia (i modder stanno già risolvendo alcuni problemi della GTA Trilogy su PC), ma riteniamo fosse più che lecito aspettarsi qualcosa di più da Rockstar, una compagnia creativa che nell'ultimo ventennio ha avuto un ruolo da protagonista nell'evoluzione dell'industria videoludica.

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