All'intensità narrativa dei titoli precedenti, raramente si appiava un sistema di gioco al passo coi tempi o quantomeno vicino agli elevati standard del genere. Il discorso diventa ancora più vero se si pensa agli action adventure, che hanno degli esponenti considerazioni all'unanimità dei veri mostri sacri.
DON'T NOD ha dunque deciso di compiere una scelta piuttosto netta: copia di sana pianta una struttura ben rodata e che funziona alla grandeossia quella degli ultimi due Dio della guerrae adornarla con una storia sfaccettata, multiforme, convincente, maturazione e ricca di grigi e zone d'ombra, realizzando in definitiva un progetto di spessore.
Esiliatori: Fantasmi del Nuovo Eden ha compiuto dei passi in avanti importanti rispetto alla demo che abbiamo provato lo scorso agosto (ecco l'articolo), e dopo ben più di trenta ore trascorse nelle terre maledette del New England, possiamo affermare che DON'T NOD ha colto nel segno. Tuttavia non tutto è perfetto, e certe critiche tarpano un po' le ali al titolo, che non riesce a svettare verso l'olimpo degli action adventure.
Banishers: Ghosts of New Eden, la storia
Esiliatori: Fantasmi del Nuovo Eden è soprattutto un'opera narrativa, e questo va sempre tenuto bene a mente quando si prendono in considerazione alcune debolezze del sistema di gioco. L'enfasi sulla storia è talmente marcata da essere preponderante nei due terzi del loop di gameplay, che alterna investigazioni, dialoghi piuttosto corposi e fasi di traversata in cui bisogna combattere contro gli spiriti malvagi che hanno infestato quelle terre ormai maledette.
I due protagonisti, la coppia composta da Red Mc Raith e Antea Duarte, sono dei cosiddetti epuratori; cacciatori di spiriti a cui è stato affidato il compito di revocare una terribile maledizione attraverso potenti rituali in grado di proteggere i vivi e scacciare per sempre le anime ostinate che minacciano l'antico equilibrio tra vita e morte.
In questo grande spaccato del Nord America sul finire del 1600, tra insediamenti di coloni dalle alterne fortune, caccia alle streghenequizia umana senza controllo e storie che ancora oggi appaiono tremendamente attuali, si incastona la vicenda personale di Red e Antea.
Proprio all'inizio del gioco, nel momento in cui viene di fatto introdotto l'insolito dualismo al quale i giocatori dovranno sottostare per l'intero arco dell'avventura, la ragazza perde la vita per mano di uno spettro iracondo. Ed è proprio così che nasce all'istante il primo e più grande dilemma di fondo che anima le esistenze tribolate dei dueche avevano promesso di epurare la minaccia e ristabilire la pace nel mondo dei vivi.
“L'enfasi sulla storia è talmente marcata da essere preponderante in due terzi del loop di gameplay”.
Red dovrà pertanto decidere se portare a termine il proprio compito nel migliore dei modi o se tenere fede alla promessa che farà ad Antea. Al giocatore spetta il compito di decidere se far ascendere dolcemente la sua amata, donandole la pace e accettando con dolore che non ormai fa più parte del suo mondo, o se tentare di resuscitarla sacrificando di volta in volta vite umane.
Qualunque sia la vostra scelta, il cammino non sarà mai già tracciato a monte, poiché durante la risoluzione dei diversi casi potrete comunque agire in maniera diversa rispetto a quanto promesso alla vostra compagnia; allo stesso modo, in un momento cruciale dell'avventura, sarete chiamati nuovamente a determinare il suo destino una volta per tutte e senza possibilità di ripensamenti, pur continuando ad avere la stessa libertà nell'indirizzare senza vincoli le vostre decisioni.
Esiliatori: Fantasmi del Nuovo Eden estende a macchia d'olio questa filosofia e insinua costantemente nel giocatore il tarlo del dubbio. Lo fa presentando le diverse regioni dove vengono messe in scena le storie dei pochi cittadini rimasti in piccoli villaggi e insediamenti, costruendo una narrazione dove nulla è come sembra e dove persino al termine delle indagini rimarrete combattuti su chi condannare o moralmente divisi per via del concorso di colpe di più personaggi, che possono essere nel giusto pur compiendo nefandezze.
Esiliatori: Fantasmi del Nuovo Eden (lo trovi su Amazon nella versione PS5), da questo punto di vista, è semplicemente strepitoso. Raramente ci è capitato di vedere così tante sfumature, così tanti grigi e così tanta efficacia nel tratteggiare personaggi autenticimai monodimensionali e certamente sempre divisivi.
Se un determinato caso può di primo acchito offrire un quadro apparentemente chiaro, basterà indagare e reperire vecchie lettere, oggetti o interrogare persino fantasmi rancorosi per assistere ai ribaltamenti di prospettive o scoprire verità nascoste o dettagli per nulla trascurabili.
Se Red può indagare nella maniera più classica, Antea può invece scoprire cosa si cela al di là della vista e dei sensi, riesumando segreti sepolti e insinuandosi oltre il velo della percezione. Agendo in tandem, e potendo passare dall'uno all'altro in qualunque momento, potrete ricostruire le diverse vicende e chiudere i casi nella maniera che riterrete più opportuna, pur tenendo conto che le vostre azioni influenzeranno il destino finale della vostra amata.
Se volete essere ragionevoli e optare per la scelta che sembra la più giusta, potrete farlo decidendo di far ascendere pacificamente il fantasma rancoroso o ferito nell'animo; se invece deciderete di agire come una sorta di prevaricatorio e tumultuoso Torquemada della situazione, potrete epurare un fantasma condannandolo alla dannazione o far fuori un essere umano.
In alcuni casi complessi, anche dopo aver preso una decisione definitiva, rimarrete con una pressante e impertinente domanda che vi ronzerà di continuo in testa: “Ho davvero fatto la cosa giusta o avrei dovuto condannare qualcun altro?“
Dinamica di gioco: Dio dei fantasmi
Alla luce di quanto detto, è evidente come i punti di forza di Esiliatori: Fantasmi del Nuovo Eden siano l'intensità della storia, la narrazione di alto livello e le modalità attraverso cui il giocatore si sentirà coinvolto in un mondo autentico e con personaggi credibili.
Ci sono temi sociali, politici e umani importanti, nel gioco di NON NOD. Tutti concorrono a rafforzare la già marcata impronta della software house, che sin dai suoi esordi ha dimostrato di trattare con maestria certi argomenti.
Tra abusi, violenze, ingiustizie sociali, prepotenze, e persino certi temi molto attuali e adattati al contesto storico e sociale dell'epoca, Esiliatori: Fantasmi del Nuovo Eden non si fa mancare nulla e sceglie con sorprendente intelligenza di non fare mai quelle classiche forzature moderne sempre fuori luogo, che fanno danni enormi, mistificano e ridicolizzano domande che sono invece cruciali e che andrebbero affrontate con grande serietà.
Per quanto riguarda invece lo scheletro di gioco, la struttura del mondo da esplorare, le modalità di avanzamento e persino le dinamiche dei combattimenti, si fa davvero grande fatica a scorgere qualcosa che sia totalmente originale o unico.
In questo, come già detto a inizio recensione, Esiliatori: Fantasmi del Nuovo Eden è chiaramente un epigono di Dio della guerra, da cui pesca a piene mani e incorpora al suo interno tutto ciò che ha decretato il successo dei due magnifici capitoli sviluppati da Santa Monica Studios. Il punto, però, è che l'opera di DON'T NOD non è Dio della guerrae questo purtroppo si nota più riprese.
Il sistema di combattimento è rigido, poco fluido e talvolta il blocco sui nemici non è sempre puntuale come dovrebbe. Inoltre, si ha sempre la sensazione che la reattività avrebbe potuto essere maggiore, e che gli input avrebbero potuto essere molto più scattanti di così. Il confronto coi grandi del genere è dunque impari e si nota una non trascurabile distanza con le ultime evoluzioni degli action adventure più di spicco.
Banishers: Ghosts of New Eden sceglie con sorprendente intelligenza di non fare mai classiche quelle forzature moderne sempre fuori luogo, che fanno danni enormi, mistificano e ridicolizzano domande che sono invece cruciali e che andrebbero affrontate con grande serietà.
La vera novità è rappresentata dalla possibilità di poter alternarsi in qualunque momento Red e Antea, ciascuno con le proprie abilità e peculiarità. Se Red può colpire con attacchi di spada leggera, pesante e sparare col proprio fucile, Antea può colpire coi pugni e avvantaggiarsi dei propri poteri spiritici, capaci spessi di infliggere più danni a chi è come lei.
Il sistema di combattimento prevede anche degli scambi rapidi al fine di concatenare attacchi multipli, ma è evidente quanto la lentezza dell'esecuzione delle azioni disinneschi un po' l'efficacia delle azioni più complesse. Proprio per questo motivo, spesso il giocatore si limiterà a schivare, rotolare via e gestire ogni situazione con relativa calma.
Se l'avventura di base resta molto abbordabile, optando sin da subito per la difficoltà più elevata bisogna far attenzione alle abilità da impostare, ai potenziamenti e soprattutto a come usare i due personaggi. La mole di contenuti è di rilievoe si si vuole completare tutto al cento per cento si sforano serenamente le circa trenta ore previstesoprattutto se deciderete di cimentarvi nelle sfide più complicate o se vorrete far sì che tutti i vostri collezionabili.
Abbiamo giocato Banishers: Ghosts of New Eden su PS5, provando entrambe le modalità grafiche. Come sempre più spesso accade, facciamo sempre molta fatica a consigliare la modalità fedeltà, che richiede un sacrificio troppo importante in termini di frame rate.
Optando per le prestazioni, non sempre il gioco riesce a tenere in maniera solida i fatidici 60 FPS, e accade di notare dei cali qua e là, soprattutto quando si entra in zona ampia o quando la mole poligonale aumenta di densità. La qualità media del comparto tecnico è piuttosto buona e l'Unreal Engine 5 restituisce grande dignità al mondo di gioco.
Restano tuttavia alcune imperfezioni nelle rifiniture e la qualità di molti volti non riesce ad appiarsi a quella delle opere di più alto livello. Al di là di ciò, Esiliatori: Fantasmi del Nuovo Eden è un titolo da tenere in alta considerazionecapace di offrire al giocatore una solida avventura story drive (sottotitolata in italiano) che regge con forza fino alla fine e che sa come nobilitare la narrazione nella sua forma più matura e sfaccettata.