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un solido gioco di strategia

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Nel corso degli anni, l'universo distopico creato da James Cameron ha continuato ad evolversi attraverso sequel, serie televisive e il recente “Terminator: Dark Fate”, la cui trama definisce la cornice del titolo di Slitherine (qui la recensione di Terminator: Destino Oscuro). L'ultimo capitolo ha introdotto nuovi elementi narrativi e personaggi, sempre imperniati sul tema centrale della saga: l'inevitabilità del conflitto tra uomo e macchina.

La narrazione di Terminator risuona sempre più con le dinamiche di un mondo in cui “le macchine” hanno assunto un ruolo centrale nella vita quotidiana, ed ecco perché Dark Fate – Defiance, il nuovo RTS ambientato nell'universo delle macchine assassine, offre un'esperienza quasi catarticacomplici i pregi di un gameplay ben tornito e appagante.

Nemici su più fronti

La proposta single player di Terminator: Dark Fate – Defiance ci trasporta a pochi giorni dall'apocalisse tecnologica, ma ben presto ci si rende conto che gli automi non sono le uniche minacce di cui preoccuparsi (a proposito, qui la recensione di Terminator Resistance). Già nella seconda missione, infatti, possiamo vedere cosa è rimasto dell'umanità 10 anni dopo l'avvento di Legion: la società è collassata e le comunità umane sopravvivono in remote aree rurali, lontane dalle rovine delle grandi città, ridotte ormai a un doloroso ricordo del benessere conosciuto prima della nascita dell'intelligenza artificiale.

Curiosamente, però, per buona parte del gioco ci è parso che le macchine fossero quasi una minaccia secondaria: sebbene l'obiettivo finale resti sempre quello di porre fine all'esistenza dei sintetici, ci siamo trovati ad affrontare piuttosto spesso fazioni umane, gruppi militarizzati che non si fanno a problemi a brutalizzare i loro fratelli pur di sopravvivere. La presenza di questo duplice fronte, rende di fatto più spaventosi gli scontri con le forze della Legioneche certamente avrebbe perso parte della loro minacciosità se affrontati in modo ricorrente.

Terminati gli incarichi introduttivi, la trama inizierà a dipanarsi dalla quarta missione in poi. Il rapporto non idilliaco tra i due coprotagonisti, il tenente Church e il sergente Mason, funge da epicentro narrativo per l'intera vicenda, durante la quale faremo la conoscenza di un nutrito cast di personaggi appartenenti a diverse fazioni, compresi i Fondatori, il gruppo che guideremo nel corso della campagna.

Per cercare di sopraffare le forze della Legione, i Fondatori Bisognerà scegliere ripetutamente chi sostenere tra gli Integratoriossessionati dalle macchine al punto da utilizzare la tecnologia, gli Spazziniveterani criminali e il Movimento, una forza civile armata che costituisce l'embrione della celebre resistenza spesso citata nei film. Se è chiaro che la scrittura non brilla per originalità o spessore, la campagna porta avanti una narrazione (sempre affidata a dialoghi offscreen) funzionale alle caratteristiche del titolo, nonché abbastanza flessibile da adattarsi parzialmente alle scelte dei giocatori e agli esiti delle loro azioni.

A noi la scelta

A poche settimane dalla nostra prova, l'esperienza col gioco completo ci ha permesso di apprezzare ulteriormente la complessità inaspettata di questo titolo. A differenza dei tradizionali RTS, qui non si segue una successione lineare di eventi, ma vengono fusi in modo intelligente elementi strategici, gestionali e ruolistici. Questa combinazione regala un'esperienza armoniosa, che ci ha impegnato seriamente durante tutte le 20 ore necessarie per completare con tutta calma la storia principale.

Tutti gli incarichi, alcuni dei quali totalmente opzionali e dipendenti dalle nostre decisioni, sono preceduti da una fase di pianificazione, durante la quale dovremo gestire risorse, uomini, mezzi e materiali bilanciando le spese per mantenere un buon equilibrio tra potenza di fuoco e disponibilità di equipaggiamento. La mappa strategica consente di decidere dove dirigere le nostre forze, tenendo conto delle durate, una delle tre valute di gioco insieme a crediti e uomini di riserva. Ogni mezzo richiede un equipaggio specifico e carburante per essere utilizzato, mentre la fanteria ha bisogno di uomini e munizioni per poter essere sfruttata come si deve. Tutte queste intricate relazioni tra le componenti della nostra armata richiedono la massima attenzione: gli spostamenti spesso impongono giorni di marcia, con inevitabili imprevisti da affrontare, rendendo cruciale la definizione degli obiettivi.

Ogni insediamento visitato diventa un'opportunità per rinforzare le nostre truppe, curare i feriti e rifornire i mezzi o acquistarne di nuovi. Con il progredire del gioco, sbloccheremo diverse unità tra fanteria (con oltre dieci tipologie differenti), blindati (autocarri, rimorchi e carri armati) e aerei. Ognuna può essere potenziata con nuove protezioni e armi, mentre la fanteria può sbloccare abilità passive unicherendendo i nostri uomini più potenti, talvolta modificando parzialmente la loro specializzazione.

Anche sul campo di battaglia, ci troviamo di fronte a un'esperienza che si discosta, almeno in parte, dai canoni più consolidati del genere. Le fasi di raccolta delle risorse e di generazione delle truppe sono assenti, poiché il nostro esercito verrà trasportato tra un incarico e l'altro. Al contrario, gli sviluppatori hanno concepito le diverse fasi del gameplay come un intricato gioco di ruolo, nel quale esplorare innumerevoli risvolti narrativi grazie ai risultati che raggiungeremo e agli obiettivi che sceglieremo di efficace.

Ogni missione presenta obiettivi obbligatori per considerare l'operazione una vittoria, anche se questa arriverà sovente in seguito ad una ritirata, a causa della sovrastante superiorità numerica delle macchine nemiche. Slitherine ha progettato con cura ogni mappa, popolandola con numerosi elementi che sono determinati dalle nostre azioni nei livelli precedenti, e premiando sempre la voglia di esplorare a fondo ciascuno scenario.

Entrare in contatto con le forze locali e completare compiti facoltativi entro un limite di tempo, prima dell'attacco delle macchine, ci garantisce vantaggi strategici (come rifornimenti, carburante e forze aggiuntive) e ci permette di approfondire il contesto narrativo. Questo non solo aiuta a comprendere meglio le conseguenze degli eventi innescati col gameplay, ma contribuisce anche ad aumentare il coinvolgimento nelle storie dei vari gruppi con cui dobbiamo inevitabilmente interagire.

Non possiamo far altro che promuovere senza riserve la capacità degli sviluppatori di offrire un'esperienza così articolata: al termine di ogni scontro, siamo stati pervasi da un senso di soddisfazione per essere riusciti a portare a termine l'incarico e aver salvato vite (compresa la nostra), ma anche da una voglia irresistibile di rigiocare la campagna per esplorare soluzioni alternative. Nonostante alcuni evidenti difetti (di cui parleremo tra poco), l'esperienza complessiva si colloca nettamente al di sopra della media. La sua capacità di suscitare il desiderio di esplorare nuove vie nella trama testimonia inequivocabilmente il successo di questa formula.

La tattica vincente

I difetti più grandi sono imputabili a nostro avviso al lato tecnico del titolo. L'inquadratura non permette una visuale troppo ravvicinata delle unità, regalando sì scenari visivamente dignitosi, ma non riuscendo a mascherare del tutto la semplicità dei modelli e delle animazioni della fanteriatanto che talvolta è difficile riconoscere con chiarezza le unità selezionate.

Al contrario, le ambientazioni e le truppe corazzate (alleate e nemiche) mostrano una cura inaspettata: la resa dei colpi al plasma, gli effetti particellari delle esplosioni e il buon grado di distruttibilità ambientale ci hanno sorpreso positivamente, sebbene sia necessario sottolineare un certo impaccio nelle fasi più concitatecon un alto numero di unità e detonazioni presenti sullo schermo.

Nulla di davvero debilitante, ma avremmo preferito non assistere agli occasionali freeze e rallentamenti riscontrati durante il gioco. L'indubbio vantaggio di avere modelli meno ricercati è quello di poter orchestrare battaglie che possono contare su un gran numero di unità disposte sul campo. Le fasi d'azione costituiscono infatti il ​​momento culminante in cui Dark Fate Defiance esprime appieno il suo massimo potenziale.

La superiorità schiacciante delle forze sintetiche si manifesta nella brutalità degli scontri: affrontare la Legione direttamente significa non solo godere di un tripudio clamoroso di esplosioni e colpi di ogni sorta, ma soprattutto condannare le nostre truppe a una morte certa. In questo contesto, adottare tattiche di guerriglia diventa essenziale, evitando le strade asfaltate e nascondendo le truppe tra la vegetazione per garantire la loro maggiore protezione rispetto alle strade principali.

Inoltre, i centri abitati sparsi per le mappe offrono rifugi strategici. A ciò si aggiunge luna vasta gamma di mezzi e armamenti a nostra disposizione (la varietà di corazzati è veramente ampia) che ci consentono di pianificare con incredibile profondità gli schemi di contrasto, tenendo a mente alcuni fattori cruciali, tra cui il continuo rifornimento di carburante e munizioni per le nostre truppe di prima linea. Potremo scegliere tra quattro livelli di difficoltà (la principale differenza riguarda la percentuale di danni inflitti alle nostre truppe), tuttavia anche a livello medio, le forze cibernetiche possono facilmente distruggere i nostri equipaggiamenti più pesanti con pochi colpi, obbligandoci a comprendere a fondo la morfologia dei terreni di scontro per sfruttare al meglio ogni vantaggio tattico e rallentare il nemico. Gli sviluppatori hanno chiaramente cercato di bilanciare i rapporti di forza, mettendo in luce la disperata situazione degli esseri umani.

Fortunatamente, la Legione si basa principalmente sulla forza bruta piuttosto che sulla tattica, creando colonne di corazzati facilmente bersagliabili. Giocando bene le nostre carte, potranno compensare la disparità numerica e sconfiggere anche il contingente nemico più numeroso grazie a una pioggia di proiettili e raggi laser sugli incolonnamenti avversari. Nonostante la narrazione coerente di una forza robotica con risorse illimitate che non tiene alla sopravvivenza delle proprie unità, non possiamo nascondere un certo disappunto: col tempo, e soprattutto con il miglioramento del nostro esercito, questo approccio si applicherà leggermente agli scontri.

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